Di quel primo fondo librario destinato alla pubblica letture ci rimangono 42 volumi. Poi una seconda data importante è il 1956 quando il concittadino Cav. Comm. Ugo Ubaldi, rientrato ormai pensionato nella nativa Piandimeleto, decide di mettere a disposizione della cittadinanza il suo archivio e la sua biblioteca privata. Tale patrimonio comprende 4.577 volumi o faldoni e tra questi 29 registri manoscritti (1532-1853) che è ciò che rimane dell’archivio storico comunale, 3 volumi a stampa del XVI secolo, 7 volumi a stampa del XVII secolo, 45 volumi a stampa del XVIII secolo, 406 volumi a stampa del XIX secolo, 382 faldoni contenenti autografi, manoscritti, corrispondenze, documenti, dattiloscritti, fotografie, stampe, riviste e articoli di riviste, opuscoli, carte geografiche, ecc. Di tali documenti è doveroso segnalare una corposa raccolta di corrispondenza con il deputati allogeni dell’Istria e dell’Alto Adige (l’Ubaldi fu loro segretario particolare in Roma dal ’21, anno dell’elezione dei primi rappresentanti alla Camera, al ’28 quando vennero estromessi in seguito alle leggi elettorali fasciste), una abbondante documentazione relativa alla loggia massonica dell’Alto Tevere, di cui l’Ubaldi era Gran Maestro al 33° e una serie di riviste massoniche di tutt’Italia, una corrispondenza relativa ai Cacciatori del Montefeltro, corpo di volontari durante l’Unità d’Italia operante nella zona di Novafeltria, proveniente dal Museo del Risorgimento di Bologna, una corrispondenza relativa all’inserimento politico (sinistra repubblicana) e lavorativo (medico) del dott. Amedeo Ubaldi zio del citato Ugo (1880-1890), una interessante documentazione di storia locale con particolare riferimento a Piandimeleto, una cronaca quotidiana degli ultimi anni del fascismo (1936-1943) redatta dallo stesso Ugo Ubaldi (si ricordi che in quegli anni era pubblicista).Dal 1987 la biblioteca conserva e gestisce un secondo fondo pervenutoci per donazione dagli eredi del Prof. Pieruccini. Tale patrimonio, conservato presso il Museo di Scienze della Terra di cui è parte integrante, comprende 3.384 volumi e opuscoli tutti pubblicati tra il 1946 e il 1972 in Italia e in altri paesi tutti relativi alla geologia e scienze della terra.Dal 1998 la biblioteca ha iniziato la raccolta e catalogazione del fondo Vito Rosaspina, già Presidente dell’Amministrazione della Provincia di Pesaro e Urbino. A tutt’oggi sono stati catalogati nella banca dati provinciale circa 550 volumi relativi alla storia, all’arte e alla politica del PSI.Con la morte del donatore (1968) la biblioteca diventa comunale a tutti gli effetti e riapre regolarmente come servizio pubblico nel 1976.Da allora il servizio si è progressivamente consolidato e a tutt’oggi conserva il primato provinciale negli standard di valutazione.L’indice dell’intero patrimonio librario è consultabile in linea tramite l’OPAC provinciale. La " RACCOLTA D'ARTE " di Ugo Ubaldi Premessa La "Raccolta d'Arte" di Ugo Ubaldi costituisce un insieme eterogeneo di antichità varie, 'opere d'arte', oggettistica disparata (talora anche di uso domestico), naturalità, etc.La denominazione di "Raccolta d'Arte", conferita da Ubaldi stesso, appare piuttosto altisonante e, sopratutto, non è chiaro che cosa Ubaldi intendesse comprendere sotto tale dicitura, dato che non riservò una specifica stanza della sua abitazione a fini espositivi nè compilò un vero inventario della raccolta. Questa, infatti, è solo menzionata come Raccolta d'Arte esistente nella Casa della VII opera di Misericordia e nella Torre Balda nell'inventario da lui redatto per la donazione delle sua proprietà al municipio di Piandimeleto, ma le 'opere' vi sono elencate insieme a quanto era fisicamente presente nella stanza inventariata (termosifone compreso!). Questa denominazione sembra dunque emblematica dello spirito retorico ed autocelebrativo con cui Ubaldi si interessò delle arti, così come emerge anche da altri elementi della sua biografia e della sua raccolta, quali l'iscrizione incisa sulla base della statua di Venere posta nel giardino della palazzina: nell'ellade nacovi/la genitrice terra mi serbo' nel grembo/ugo ubaldi/mi porto' alla luce/soldataglie straniere mi deturparono/ora/risorgo alla pace/ora risorgo all'amore/a(NNO) d(OMINI) mcmlvi Formazione e provenienze Si ignorano i tempi di formazione della raccolta, i modi delle acquisizioni e le specifiche provenienze dei materiali. Tuttavia la comparazione di dati emersi dallo studio dei materiali, dalla biografia dell'Ubaldi e dai suoi carteggi, ha consentito di ricostruire o ipotizzare una serie di provenienze da Roma e dal territorio (Pesaro e Piandimeleto) e di circoscrivere la formazionbe della raccolta all'incirca negli anni 1940-1960 Breve profilo della raccolta Si segnala un piccolo nucleo di antichità romane, sopratutto marmi, tra cui alcune urne cinerarie, vari frammenti di grande e piccola statuaria, di sarcofagi e di decorazioni architettoniche. Vi sono anche alcuni coperchi di coppe, frammenti di coroplastica architettonica e lucerne. Pochi elementi architettonici in marmo e frammenti di maioliche restituiscono un'esigua sezione di antichità altomedievali e rinascimentali. Tra le sculture si distinguono alcuni marmi modreni, che replicano statue tratte dall'antico ed alcuni bronzi dello scultore Ferruccio Vecchi.Più consistente, ma parimenti eterogeneo, è il nicleo delle pitture, che annovera oli su tele e tavole, in genere di mano aninima e di scadente fattura (secoli XVIII-XIX); tra esse si possono distinguere un Carnevale Veneziano (Vincenzo La Bella) ed un Bacio di Giuda (Aldo Pagliacci). Numerosi sono gli acquerelli di Lucillo Golfetto, un pittore veneziano sconosciuto alla critica, ma che merita una segnalazione per il forte legame che ebbe con Ubaldi, che ne fu una sorta di mecenate. Tra le commissioni ese4guite da Golfetto per L'Ubaldi sono le illustrazioni per il suo 'romanzo storico' Tra le carte dei nonni. Accennamenti per chi volesse rendersi conto della Storia di un castello del Montefeltro.-Narrazione Umanistica.Poche sono le incisioni e le stampe (XVII-XX secolo), tra cui alcune dei fratelli Francesco e Giuseppe Rosaspina.Più numerose sono le maioliche, sopratutto di fabbriche pesaresi del Novecento (Molaroni, Ciccoli, Maiolica Artistica Pesarese, Artigiani Maiolicari Associati, Arte Maiolicaria Pesarese) e le porcellane, specie della fabbrica Richard Ginori.
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Raccolta d'Arte "Ubaldiana"